ALLA CAVALLERIZZA REALE VINCE L’ARTE DI HERE e QUELLA SCOSSA CHE SA DARE

Domenica abbiamo fatto di tutto per esserci e visitare, nell’ultimo giorno di apertura, questa speciale esposizione internazionale che ha coinvolto oltre 200 artisti ospitati nelle 130 stanze della Cavallerizza Reale occupata.
Here è un dono, uno di quelli che gli abitanti di Torino sanno spesso fare con il cuore e con passione. Un dono schietto e sincero e che personalmente ci ha dato una bella scossa.
Here arriva dopo due anni di attività svolte da un gruppo di cittadini, l’Assemblea 14:45, che ha voluto riunirsi per evitare che la Cavallerizza Reale di Torino, patrimonio dell’Unesco dal 1997, venga venduta e adibita ad attività commerciali.
Questo è quello che vogliamo raccontare: quello che abbiamo vissuto visitando gli spazi della Cavallerizza. Tra scambi di opinioni e sorrisi abbiamo sfiorato persone alla ricerca di bellezza, arte e condivisione.


 

Di stanza in stanza alcune parole ci sembravano più vere di altre.

Commozione.

Bellezza e malinconia, a braccetto.

Poesia e sudore.

Costanza.

Idea.
Progetto.

Talento.

Qualcosa di unico.

Budella intrecciate.

Libertà del fare. Con cognizione.

Here è bello come un regalo inaspettato. Bello come il darsi. Grande come l’Esserci, per un altro e per sé.

Tra i corridoi illuminati di sole incontriamo un fotografo freelance che ci dice: ‘Hanno fatto un lavoro di pulizia splendido. Ero stato qui un anno fa ed era pieno di macerie’.

Un lavoro di pulizia e anche di archiviazione come ci fa notare una volontaria all’ingresso: “Tutto quello che è stato trovato all’interno degli spazi della Cavallerizza è stato archiviato e messo sotto chiave”. Segno di una ulteriore azione al servizio di tutti.

Ci è sembrato un posto sospeso nel tempo e nello spazio. Uno spazio lento dove incrociare gli sguardi degli altri, chiedere il permesso per andare oltre o fermarsi ad aspettare che l’altro scatti la foto o goda dell’opera che ha di fronte. “Non c’è fretta, faccia pure”, ci è stato ripetuto più volte. Più volte di quelle che normalmente sentiamo dire fuori di qui. Un luogo sospeso. Una città ideale.

È il luogo a darsi. “E’ un posto per tutti gli artisti per dialogare e incontrarsi e incontrare il pubblico. Un luogo dove si può continuare ad essere se stessi”. Ce lo dice con i suoi occhi azzurrissimi e profondi, Giovanni, uno degli artisti in mostra. Quegli occhi parlano per lui come i suoi quadri parlano di noi.

Giovanni Valle - Titoli di Coda - ©Foto Claudio Cravero

Giovanni Valle – Titoli di Coda – ©Foto Claudio Cravero

Le opere e le installazioni prendono forza tra le stanze e i corridoi labirintici. Fuori di qui potremmo dire ‘ci siamo persi’. Qui dentro nulla è per caso, neppure le stanze saltate o quelle visitate due volte, qui e là.

Come ci succede per la stanza speciale di Simona. Ritratti neri appesi alle pareti, ritratti di mistici. Ci racconta che ha iniziato questo lavoro ritraendo i mistici. A questi si sono aggiunti persone comuni che, grazie alle loro visioni, hanno saputo cambiare il corso della storia. Uno dei primi che ci salta all’occhio è Saviano. Dice che i ritratti ci parlano. Siamo noi che vogliamo dire a lui grazie. Per averci ispirato e portato spesso a riflettere sul dolore e la generosità del mettere la propria vita al servizio della realtà. Ci sono anche Tutankhamon, Gustavo Rol, Dante, Piero Angela, Sai Baba, Amelia Broomer, Erin Brockovich, Charlie Brown e molti altri. Simona c’è e spiega a tutti  l’origine di questi ritratti. E’ una quadreria work in progress. Tutti posso partecipare scrivendo su un apposito quaderno i nomi di coloro che per loro hanno seguito un percorso spirituale e cambiato la storia con un’azione.

Simona Galeotti - The Mystics - ©Foto Claudio Cravero

Simona Galeotti – The Mystics – ©Foto Claudio Cravero

Nel nostro vagabondare scopriamo che gli artisti che espongono lo hanno fatto con dedizione per tutti i dieci giorni della durata dell’esposizione come ci racconta Valentina. Due figlie, artista da sempre ancora prima dell’Accademia di Belle Arti. Si presenta in mostra con una serie di opere che affascinano le persone e si fermano a lungo ad osservarle. Anche noi siamo rimasti un pochino nella sua stanza affascinati dalla vibrazione dei colori e le forme dei suoi dipinti : ‘Io sono fatta di acqua’ è il titolo della collezione che presenta. Sembra essere una dichiarazione individuale che porta ad una riflessione collettiva. Così ci fermiamo, con altri, per qualche istante, in quella stanza, contemplando. I colori sono vibranti, i fili di lana colorata dal soffitto ci avvolgono e ci coccolano senza sfiorarci. Le note di Ben Frost da un paio di casse sono una perfetta colonna sonora per questi attimi sospesi. Tutto è perfetto così.

Io sono fatta d'acqua - Valentina Addabbo - ©Foto Claudio Cravero

Io sono fatta d’acqua – Valentina Addabbo – ©Foto Claudio Cravero

Di stanza in stanza si fa più chiara una sensazione: ci accorgiamo che non c’è differenza tra noi e questo spazio. Le rughe dell’edificio siamo noi. Le pareti scrostate, la tappezzeria strappata, le finestre rotte e quelle illuminate, siamo noi. Questa arte siamo noi. E’ questa la scossa. Il sentire di essere insieme, di far parte di quello che sta succedendo qui. E il nostro desiderio di condividerlo e alimentarlo. Anche attraverso un piccolo post.


Grazie a tutti gli artisti e ai volontari per quello che hanno fatto e che stanno facendo.

Avremmo voluto scrivere di ognuno di voi singolarmente. Siamo felici di conoscervi e vi invitiamo a contattarci su Facebook o scriverci un’email.

Per evitare che la Cavallerizza Reale venga venduta puoi aderire alla raccolta firme.

HERE - Cavallerizza Reale Referendum

 

Puoi fare qualcosa di importante qui. Puoi raccontare ciò che sta succedendo alla Cavallerizza. Puoi farlo in molti modi. Uno potrebbe essere condividere questo post.

Ringraziamo Claudio Cravero per averci concesso di pubblicare alcune delle foto che ha scattato durante l’esposizione. Claudio ha davvero fatto un lavoro prezioso durante tutta la manifestazione scattando centinaia di foto. Le potete trovare sul suo profilo Facebook.